La Storia del territorio

Cronologia del periodo sabaudo

1720. Con la pace dell’Aja e l’esecuzione del trattato di Londra del 1718, il Regno di Sardegna viene assegnato ai Savoia. Il 2 settembre, il vicerè Pallavicino di Saint Remy, nella cattedrale di Cagliari, riceve il giuramento da parte delle prime voci degli Stamenti.

1726. Il sovrano Vittorio Amedeo II impartisce le istruzioni per una diffusione graduale della lingua italiana nell’Isola.

1749. Si arriva all’apice della guerra contro il banditismo con la battaglia di Chiaramonti.

1759. Il conte Giovanni Battista Lorenzo Bogino assume l’incarico di Ministro per gli Affari di Sardegna, con l’intenzione di avviare una serie di riforme strutturali.

1764-1765. Riforma dell’istruzione e delle università sarde.

1767. Con l’aiuto del funzionario sardo Giuseppe Cossu, viene promossa la riforma dei monti granatici e del credito agrario.

1771. Vengono riformati i sistemi di governo locale con l’istituzione dei consigli comunitativi.

1773. Vittorio Amedeo III solleva dall’incarico ministeriale il Bogino.

1793. A febbraio, la flotta francese occupa Sant’Antioco e prova ad espugnare la città di Cagliari, sbarcando sul Margine Rosso. Ma la difesa organizzata dalla nobiltà isolana respinge l’attacco. Anche nel nord della Sardegna, una parte della flotta francese comandata da Napoleone Bonaparte viene respinta. Gli Stamenti elaborano le “Cinque domande” da sottoporre al sovrano Vittorio Amedeo III

1794. Dopo il rifiuto da parte del sovrano di accettare gran parte delle richieste, il 28 aprile, la città di Cagliari insorge e costringe il vicerè Balbiano e tutti i funzionari piemontesi ad abbandonare l’Isola.

1795. Nel clima rivoluzionario, e a causa della frattura tra il fronte della ribellione, il 6 luglio vengono uccisi, a Cagliari, l’Intendente generale Gerolamo Pitzolo e il Generale della armi Gavino Paliaccio. A Sassari, la città viene assediata ed espugnata dalle milizie dei villaggi logudoresi, capitanate da Francesco Cilocco e Gioacchino Mundula.

1796. Il vicerè Filippo Vivalda invia a Sassari, come Alternos, il giudice della Reale Udienza, Giovanni Maria Angioy. Questi accolto trionfalmente e cerca di siglare degli accordi tra feudatari e vassalli. I suoi legami con l’ambiente giacobino e antifeudale lo catapultano poi a capo di un esercito antifeudale che marcia verso Cagliari. Il percorso si interrompe a Oristano, quando l’esercito regio, con i nobili del meridione, ne blocca l’avanzata. Angioy è costretto a fuggire dal Regno.

1799. Il Piemonte viene invaso dai Francesi e il sovrano Carlo Emanuele IV deve trasferirsi in Sardegna con tutta la corte.

1806. Con l’Editto degli Olivi per favorire la preziosa coltura, viene promesso il titolo nobiliare a chi pianti o innesti almeno quattromila olivi.

1812. A Cagliari viene sventata la Congiura di Palabanda, che trama contro il sovrano.

1820-1823. Viene pubblicato l’Editto delle Chiudende, che permette la chiusura dei terreni legittimamente posseduti e la creazione della proprietà perfetta.

1827. Con l’introduzione del nuovo Codice Feliciano, la Carta de Logu cessa di essere in vigore.

1835-1838. Con una serie di provvedimenti e di accordi, viene abolito il feudalesimo. Lo stato sabaudo riscatta i feudi dai titolari, che sono perlopiù di origine iberica.

1847. Si concretizza la “Fusione perfetta”: le vecchie istituzioni del Regno di Sardegna vengono unificate con quelle dello Stato sabaudo. Ne deriva l’unificazione amministrativa e politica della monarchia sardo-piemontese.

1861. Con la proclamazione del Regno d’Italia, si conclude formalmente l’esistenza del Regno (sabaudo) di Sardegna.

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